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martedì 20 febbraio 2018

I visionari e le presunte "risorse"

L' Imperatore Flavio Valerio Aurelio Costantino, per tutti conosciuto come Costantino, era il figlio illegittimo di Costanzo Cloro, nominato dall' Imperatore Diocleziano (Diocle di Salonta) Cesare delle Gallie e della Britannia, subordinato all' Augusto Massimiano a sua volta componente della Tetrarchia, nuova forma di governo ideata da Diocleziano. Costantino non lo possiamo definire Imperatore romano, nel senso vero del termine, ma, forse, soltanto colui che vincendo le guerre civili nel periodo storico che va dal 306 al 325 d.c. riunì, nuovamente, sotto un unico Imperatore i territori dell' Impero Romano ma spostandone la capitale a Bisanzio che ribattezzò Costantinopoli.
Egli fu anche colui che capì, per primo, la forza dirompente della religione cristiana e ne ufficializzo il culto. Forse per questo, generalmente, gli storici lo considerano uno dei più grandi Imperatori.
Ma Costantino, dotato di una smisurata ambizione e molto intelligente, lo fece soltanto per usare a suo uso e consumo la nuova religione emergente utilizzandone i credenti, sparsi in tutto l' Impero, per cercare di avere la massima coesione della popolazione attorno alla sua figura, ciò pur non essendo egli stesso cristiano; infatti si fece battezzare solo in punto di morte, nel 337 d.c..
Lo stesso fece con l' esercito, ritenendo che i cittadini romani non fossero più sufficientemente motivati nell' intraprendere il mestiere di soldato, assoldando nelle legioni i barbari provenienti dalla Germania e dalle terre poste oltre il Danubio. Le sue guardie del corpo, schole palatine, erano costituite soltanto da barbari così come i vertici militari delle sue Legioni.
Oltretutto,fu colui che volle il Concilio di Nicea, nel 325 d.c., egli forzò l' unione dei cristiani che, in qualche modo, furono "costretti" ad adottare in tutto l' Impero i medesimi precetti e testi sacri. 
Qualcuno potrebbe affermare che fu un grande riformatore, colui che utilizzò per primo le nuove "risorse" date dai barbari "importati" dai territori posti fuori dai confini dell' Impero.
In realtà, anche se animato, forse, da buone intenzioni, egli diede il via alla disgregazione dell' Impero Romano e, con l' immissione dei barbari, alla sua fine avvenuta poco più di un secolo dopo.
Fu, storicamente parlando, un visionario ambizioso che credeva nell' utilizzo dei barbari, le nuove "risorse", come nuova linfa per l' Impero. 
Anche se l'accostamento è azzardato, egli era, si visionario ed ambizioso ma anche molto intelligente, è un po quello che vorrebbero fare i senza senno che governano una parte degli stati europei e la stessa Unione Europea. Essi pensano che gli immigrati, i nuovi barbari, siano delle "risorse" ma non hanno ben chiaro per cosa. Quindi hanno permesso una invasione massiccia, dannosa ed inutile, non esistendo le condizioni per l' utilizzo, nel nostro sistema economico, di queste persone. Non ci sono posti di lavoro per gli indigeni figuriamoci per gli immigrati.
Stanno soltanto determinando, con la loro politica dissennata, l' inizio della fine di una civiltà così come avvenne dopo la morte di Costantino.
Soltanto che allora ci volle più di un secolo, dopo la sua scomparsa, oggi molti meno.