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martedì 27 luglio 2021

L'Italia e l'ipocrisia

Qualcuno rimprovera all'Italia, lo fanno i “sinistri” comunisti della sinistra, di non avere fatto il percorso della Germania, dopo la seconda guerra mondiale, cioè di non avere cancellato del tutto il ventennale governo di Benito Mussolini.

Qui bisogna, prioritariamente, evidenziare la differenza tra i due regimi che governarono le due Nazioni.

La Germania fu governata da un folle sanguinario che si contornò di suoi simili, assoggettò il popolo tedesco che, è nella sua natura, fu felice di assecondarlo. Trascinò la Nazione in una guerra disastrosa e il finale fu la sua completa distruzione, lottarono fino all'ultimo uomo e si arresero solo dopo la morte di Adolf Hitler. I tedeschi ebbero più di 7,5 milioni di morti e ne causarono circa 55

L'Italia fu governata saggiamente e fino al 1938 ebbe il miglior governo della sua storia. Poi tutto precipitò, l'alleanza con la Germania cancellò di colpo tutto quanto di bene fu fatto. Il resto sappiamo come andò.

Per quanti sforzi fece il Duce di inquadrare il popolo questo non gli riuscì. Il popolo italiano, a differenza di quello tedesco è un popolo indisciplinato, individualista e se mai sembra parteggiare lo fa solo per tornaconto. Chi rimprovera a Mussolini di essere stato un dittatore non si rende conto di quanto sia labile quest’accusa: si è mai visto un dittatore dare le dimissioni? Per di più sollecitato dal suo Consiglio dei Ministri? Perché, anche se pomposamente era chiamato "Gran Consiglio del Fascismo”, questi non era nient'altro che il Consiglio dei Ministri.

L'evidenza è poi data dal fatto che fino al 24/7/1943 in Italia c'erano 44 milioni di fascisti, il 25/7/1943 non ve n'era più nessuno. Inoltre, per sintetizzare, l'Italia, durante la seconda guerra mondiale, fu l'unica Nazione al Mondo ad aver dichiarato guerra alle Nazioni Alleate e poi a esserne co-belligerante, con il Governo Badoglio e infine alleata e quindi, assurdamente, ad aver "vinto" la guerra.

E ora veniamo al percorso fatto dalla Germania. A causa dei crimini di guerra commessi dal popolo tedesco, il Paese fu diviso in 4, la parte più consistente del suo territorio fu occupata dall'Unione Sovietica compresa Berlino, in seguito suddivisa in 4 zone anch'essa.

Quando gli alleati permisero nelle loro zone la ricostituzione di un governo nazionale, quest'ultimo dovette reinventare tutto, dalle leggi alla forma di governo e di gestione della cosa pubblica. Identica cosa accadde nella parte orientale, ove s’insediò un governo comunista controllato dall'Unione Sovietica.

In Italia non accadde nulla di tutto ciò. Lo stato continuò a essere amministrato con le leggi vigenti, provenienti dal Regno d'Italia e dalla ventennale forma di governo Fascista. La scuola era gestita con la riforma Gentile, i codici di procedura e penale e civile erano quelli del precedente governo così come tutte le normative legislative e di gestione della cosa pubblica. A voler essere precisi variò soltanto la Costituzione che fu riscritta e sostituita allo Statuto Albertino e fu cambiato l'inno nazionale, nient'altro.

Ancora oggi, anche se i comunisti nostrani ci hanno messo del loro per distruggerla, ad esempio, la normativa del lavoro nelle sue fondamenta è quella del 1923-1924. Non dimentichiamo che la settimana lavorativa di 40 ore fu istituita dal Fascismo. I vari Enti assistenziali e previdenziali sono quelli creati dal Fascismo. I beni culturali sono tutelati dalla legge Bottai del 1939 e via dicendo. In ultimo la maggioranza delle leggi vigenti sono leggi promulgate dal Governo Mussolini.

Possiamo quasi asserire che l'Italia è una Repubblica Parlamentare basata su un ordinamento legislativo, in gran parte, di tipo corporativistico.  Con buona pace dei "sinistri" comunisti italiani.

domenica 18 luglio 2021

La morale dei comunisti italiani

E' in discussione in Senato la proposta di legge presentata dai comunisti del Partito Democratico e appoggiata dai dilettanti allo sbaraglio del Movimento 5 stelle sulla protezione dei Gay-Trans e contro l'omofobia, altrimenti indicata come: legge sull'identità di genere.

Non è dispregiativa l'indicazione di queste due forze politiche. I 5s sono effettivamente dei dilettanti allo sbaraglio, dei ragazzotti senza arte ne parte raccolti da un comico e gettati in Parlamento.

I comunisti del PD si definiscono "sinistra progressista" ma hanno conservato tutti i riti del comunismo e si fanno un vanto di non aver abiurato l'ideologia, però hanno abbandonato da decenni i lavoratori e si sono legati ai centri di potere finanziari - lobbistici dell'UE e della Germania in particolare.

Propugnano demagogie assurde che nulla hanno a che fare con gli interessi dell'Italia e del suo Popolo.

Pensate che in un periodo disgraziato come l'attuale, con una pandemia non sconfitta e milioni di disoccupati oltre a circa 6 milioni di cittadini in povertà assoluta, essi propugnano lo Ius Soli, il voto ai sedicenni ed altre amenità del genere.

In ultimo vogliono far approvare questa legge sull’identità di genere che sarà un vero capestro. Imbavaglierà ogni forma di critica, permetterà a persone mediocri e faziose di imporre punti di vista invisi alla stragrande maggioranza del Popolo. Una legge strumentale, sinergica al consenso di una minorità verso i comunisti del PD.
Un testo di legge scellerato, un tentativo immorale di contaminare la società con dei principi che demolirebbero la dignità della famiglia e l'integrità mentale dei bimbi.

Con questa legge i comunisti del PD vorrebbero confondere il maschio con la femmina, l'amore con l'oscenità violando ogni pudore umano.

Vorrebbero punire tutte le opinioni contrarie alle loro e governare l'Italia come fosse un grande  bordello.