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giovedì 31 ottobre 2019

L'Africa Orientale Italiana - Ultima Parte

Concludiamo questi sintetici racconti sull'A.O.I, parlandovi di un uomo e di un soldato straordinario: Angelo Sante Bastiani. Fulgido esempio di Militare, fu promosso 2 volte al grado superiore per meriti di guerra e decorato con 1 Medaglia d'Oro al Valore Militare - 7 Medaglie d'Argento al Valore Militare - 1 Medaglia di Bronzo al Valore Militare - 1 Croce al Valore Militare e 4 Croci al Merito di Guerra. Dopo Ettore Muti, il militare italiano più decorato di sempre, fu il più decorato della storia militare italiana ed in particolare del periodo che va dal 1935 al 1941.


Arruolatosi, all'età di 20 anni, nel Regio Esercito Italiano nel 1933 come soldato semplice, dopo un periodo di servizio trascorso in Libia, nel 1935 fu trasferito in Eritrea con il grado di Caporalmaggiore e partecipò alla guerra di Etiopia guadagnando la sua prima Medaglia al valore Militare. Nel 1937, a Dessiè, con il grado di Sergente gli fu affidato il comando di una Banda irregolare, composta da eritrei ed amhara, che chiamò Banda Bastiani e con la quale operò fino al 28 settembre del 1941. Fu l'unico sottufficiale italiano comandante di Banda irregolare in Etiopia, le Bande irregolari potevano essere comandate soltanto da ufficiali. A tal proposito ricordiamo ai nostri lettori che anche Indro Montanelli, il grande giornalista e scrittore, fu, in Etiopia, comandante di Banda irregolare con il grado di Tenente. Bastiani, nel periodo che andò dal 1937 e fino all'inizio del 1941, operò con la sua Banda in azioni di contro guerriglia nelle zone dell'altopiano etiopico (il Mens, l'Ambassel, Mishe Mariam, il Beghemeder, il Lasta) e nel Semien, ove operavano sbandati ed ex truppe del deposto regime etiopico. Si distinse in varie, importanti, azioni militari che gli meritarono altre onorificenze. Nell'aprile del 1940, in uno scontro con i ribelli, rimase ferito ad una gamba e durante l'azione si fece portare in prima linea su una barella. La ferita alla gamba gli valse da parte dei suoi irregolari e dei ribelli l'appellativo di Diavolo Zoppo. Negli anni trascorsi a contrastare i ribelli etiopi, si guadagnò il rispetto e l'ammirazione delle popolazioni locali che, addirittura, lo chiamavano affinché neutralizzasse i ribelli che li taglieggiavano. Nell'aprile del 1941 fu richiesto presso il forte di Zerimà, nella zona di Gondar. All'assedio del forte, da parte di truppe del Negus, egli reagì spezzando l'assedio e consentendo alle truppe di ritirarsi su nuova posizione. Per questa azione fu promosso Sottotenente, sul campo, per meriti di guerra. Ritiratosi sul presidio di Uolchefit comandato dal Tenente Colonnello Gonella, resistette fino alla fine del settembre 1941 e si arrese solo perché la Guarnigione era ridotta alla fame, senza più ne viveri ne mezzi di offesa. Il nemico rese a lui, al Colonnello Gonella e ai suoi uomini l'onore delle armi.
Dopo la prigionia trascorsa nel nord dell'India, rientrò in Italia e proseguì la carriera militare nell'esercito congedandosi con il grado di Generale di Corpo d'Armata. 
Amatissimo dai suoi uomini, quando fu promosso Capitano, dopo la guerra, ricevette questa bellissima lettera dal suo sergente lo Sciumbasci Belai Scibesci:
Notizia tu stare vivo e promosso grande gioia per tutti noi, tuoi àscari  banda del Mens, dell'Ancober, dell'Ambassel, del Beghemeder, del Semien, dell'Uolchefit, che tu hai portato vittoriosamente al combattimento e hai visti morire gloriosamente per l'Italia. Tutti con te abbiamo troppo combattuto e sempre vinto, morti e vivi. Ma oggi nostri fratelli morti tornati in piedi e con noi fare grande fantasia in tuo onore, Ambesà Bastiani, e speriamo tornare tra noi in questi nostri paesi, se inglisi lo vorranno. Ora noi pregare tanto per Mariam, Cristos e Ghiorghis perché ti facciano ritornare con noi, perché noi figli rimasti senza padre. Speriamo così abbia a essere. Così sia.

martedì 29 ottobre 2019

L'invasione continua - Perchè?

Assistiamo a dichiarazioni di esponenti di questo governo che, composto dai comunisti del PD, partiti minori comunisti e dai dilettanti allo sbaraglio del M5s, chiedono al loro collega ministro degli interni di fare attraccare in porti italiani le navi delle Ong, cariche di immigrati clandestini.
Noi ci domandiamo: se sono dei clandestini perché esponenti di questo governo vogliono assolutamente farli sbarcare in Italia? Perché un ministro dei beni culturali, tale Franceschini, invece di lavorare per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale, lavora per fare sbarcare in porti italiani dei clandestini? Non si ravvisa in questo comportamento una sorta di complicità con gli scafisti che gestiscono il mercato degli esseri umani? 
Gli italiani, la maggioranza assoluta degli italiani, deplora questi comportamenti ma essi, gli esponenti comunisti di questo governo, fregandosene degli italiani, lavorano con le Ong e tollerano gli scafisti per incrementare gli sbarchi di questi nuovi barbari in Italia. Perché lo fanno? Non riteniamo che lo facciano perché sono dei seguaci degli insegnamenti di Madre Teresa di Calcutta, basta guardarli in faccia per capire che non è così. Eppure incoraggiano le Ong ad appostarsi nei pressi delle coste libiche e tunisine affinché raccolgano subito i clandestini appena partiti. Tollerano gli sbarchi degli scafisti, si dannano per convincere l'opinione pubblica che è cosa buona e giusta spendere 5/6 miliardi di euro l'anno per sostenere il peso dell'assistenza a dei clandestini. Perché?
Dopodiché aumentano i tabacchi, le accise, le tasse sui contratti di affitto concordati, le tasse sulle bibite, le tasse sulle vetture a gasolio, etc. Quindi il popolo italiano che non versa in condizioni di ricchezza viene costretto a pagare ulteriori tasse per sostenere le loro politiche scellerate.
Vengono richiesti sacrifici al popolo che si impoverisce sempre di più e che è costretto a vedere e sopportare spettacoli indicibili di spaccio di droga, prostituzione e vagabondaggio nei centri urbani. Deve sopportare che questi barbari compiano reati vari, stupri e rapine. Perché?
La classe media italiana ha raggiunto livelli di impoverimento impensabili 10 anni addietro, i poveri diventano sempre più poveri e i nostri politici comunisti cosa fanno? Si vantano di aver scongiurato l'aumento dell'IVA, mentendo poiché il problema è solo rimandato, però utilizzano 5/6 miliardi delle nostre tasse per consentire l'immigrazione clandestina. Perché di questo parliamo; essi sono il polo di attrazione dei clandestini. Infatti, non appena si è saputo che i porti italiani non erano più chiusi migliaia e migliaia di clandestini si sono riversati sulle nostre coste. Direte voi, perché questi comunisti, gli ultimi della specie, estinta in tutta Europa ma non in Italia, sostengono l'invasione della nostra Patria? Perché l'immigrazione clandestina rappresenta l'affare del secolo. Un delinquente intercettato ed esponente di una cooperativa di sinistra, ossia comunista,  disse qualche anno addietro che i clandestini rendono più della droga. I comunisti, al governo e non, questo lo sanno benissimo.

lunedì 28 ottobre 2019

Il nuovo Risorgimento Italiano

Ieri è iniziato il nuovo Risorgimento Italiano. I comunisti del PD e sinistri vari, assieme ai dilettanti allo sbaraglio del M5s, hanno perduto in modo eclatante le elezioni regionali in Umbria. Ricordiamo che l'Umbria da circa 50 anni era governata dalla sinistra. La sconfitta elettorale, rispetto ai voti presi dalla destra, è stata veramente mortificante per i comunisti e i dilettanti che hanno perso con uno scarto di 20 punti percentuali. Addirittura i dilettanti allo sbaraglio sono stati votati soltanto dal 7,4% dell'elettorato umbro; in poco più di un anno hanno perso il 20% dei lori voti.
Gli italiani hanno compreso che c'è bisogno di un risorgimento, hanno capito che devono far scomparire gli ultimi comunisti rimasti in Europa. Per l'Italia il vero pericolo non viene dai dilettanti allo sbaraglio del M5s, essi sono una meteora si dissolveranno da soli. Il vero pericolo è rappresentato dai comunisti del PD, gente rimasta ancorata ad una ideologia scomparsa da circa 30 anni ma che, cosa stranissima, resiste da noi. Essi si chiamano "compagni", si fanno il saluto con il pugno chiuso e, cosa aberrante, si credono al disopra del popolo infischiandosene grandemente dei suoi bisogni. Purtroppo una parte dell'elettorato italiano, quello che votava il Partito Comunista Italiano, ancora li vota. Non capiamo come faccia, su cosa si basi per votarli, forse sulla nostalgia della falce e martello? Fatto sta che, fino a quando questo elettorato non capirà che sta votando degli inetti. Inetti che pensano soltanto al loro bene e non a quello della nazione che gli ha dato i natali e in cui vivono e prosperano con le laute prebende che gli vengono dalle posizioni ricoperte, essi rappresentano il più grande pericolo per l'Italia e gli italiani.
Detto questo, facciamo i nostri complimenti ai vincitori di queste elezioni. La destra ha vinto e Salvini si è, vieppiù, affermato come il capo naturale della coalizione rappresentata dalla Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Essi, con un eloquio chiaro, hanno motivato le scelte degli umbri e, stando ai sondaggi, le scelte della maggioranza degli italiani. Salvini, Meloni e Berlusconi hanno il grande pregio di parlare con l'idioma del popolo. Essi illustrano le problematiche nazionali con discorsi semplici, parole chiare e comprensibili e soprattutto sono italiani, non venduti allo straniero come i comunisti del PD e i dilettanti allo sbaraglio.


mercoledì 23 ottobre 2019

L'incompetenza e la realtà

Vogliamo parlarvi della manovra economica in fase di "ideazione" da parte dell'attuale governo. Esso, lo ricordiamo per i nostri amici all'estero, è formato dai comunisti del PD e dei partiti minori associati, dai dilettanti allo sbaraglio del M5s e dai voltagabbana di Renzi che sempre comunisti sono. 
Orbene tutta questa pletora di persone sta cercando, con questa manovra economica, di massacrare gli italiani. Pensate che hanno iniziato con l'idea, poi in parte ritirata, di voler tassare il prelievo di denaro contante, porre tasse sulle merendine e bibite, tassare le autovetture con motorizzazioni Euro 3 ed Euro 4, obbligare i commercianti ed artigiani ad utilizzare come unico mezzo di pagamento i bancomat e carte di credito (per quest'ultima ipotesi senza neanche intervenire sugli abbonamenti per apparati e commissioni che essi pagano). Ancora, vogliono intervenire, in aumento, sulla tassazione della casa, limitare il prelievo di contanti ad un totale di soli 2.000,00 Euro (non si capisce se il limite è mensile e/o annuale) ed altri balzelli collegati. Inoltre, dulcis in fundo, vogliono inasprire le pene detentive per gli evasori sopra i 100.000,00 Euro. Giusto direte voi, certamente diciamo noi, siamo tutti completamente d'accordo ma come gestire la cosa? 
Il problema di questo governo è che è formato da incompetenti privi di una visione del futuro e della realtà. L'unico che probabilmente conosceva un poco di realtà era Di Maio, il capo dei dilettanti allo sbaraglio, grazie ai suoi trascorsi di venditore di bibite e di cameriere di pizzeria. Ma pare che, dopo aver sconfitto la sua povertà, lo abbia dimenticato. Quindi se ne escono con le idee più fantasiose, in questo coadiuvati da un primo ministro che, credendosi un grande statista, addirittura surclassa tutti con idee non solo fantasiose ma assolutamente deleterie per la nazione. Ve ne spieghiamo sinteticamente il perché.
Esso e i suoi sodali, ripetiamo, non avendo una visione del futuro e della realtà, con quanto ipotizzato, mentre da una parte faranno gli interessi e la felicità delle banche d'altra spingeranno migliaia di persone sul lastrico. Pensiamo a tutti quei piccoli commercianti ed artigiani che saranno costretti ad assoggettarsi alle banche per dotarsi degli apparati per bancomat e carte di credito e, poi, sugli introiti pagare alte percentuali di commissioni. Oltracciò essi avranno sempre la spada di Damocle sulla testa in quanto, essendo questo un governo fondato sul sospetto come nei vecchi regimi comunisti di triste memoria, saranno sempre considerati evasori. Infatti i controlli fiscali non si fanno sulle grandi e grandissime industrie ed attività ma sulle piccole attività. Lo scopo è di facile intuizione, sono piccoli e non possono difendersi. Morale, migliaia di piccole attività che già si sostengono con grosse difficoltà chiuderanno e provocheranno altra disoccupazione. Altro che crescita del Prodotto Interno Lordo.
Con le altre fantasiose idee che prevedono balzelli a raffica provocheranno altra povertà e, sicuramente, scoraggeranno i consumi.
Allo sviluppo della nazione, agli investimenti neanche ci pensano. Forse neanche riescono a capire cosa significhino questi concetti.
Pensate che nei giorni scorsi l'attuale ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha dichiarato pubblicamente: La vera rivoluzione delle opere pubbliche nel nostro paese sono le manutenzioni, con interventi sistematici e di qualità possiamo ottenere più sicurezza e anche aumentare il PIL.
Il gestore dei lavori pubblici non capisce che la realizzazione delle opere pubbliche fa aumentare il Pil e non le manutenzioni, pur se importanti. Anche un bambino capirebbe che è una questione di numeri.
Su questo punto vorremmo aggiungere soltanto una considerazione. L'errore che fanno tutti i politici è quello di non avere studiato la storia. In Italia, Mussolini con le opere pubbliche, pensate soltanto alle opere ferroviarie compiute, ha fatto prosperare il regime Fascista e campare l'Italia per 20 anni. Non c'è città e/o località in Italia ove non vi siano opere, molto visibili data l'architettura, costruite nel ventennio che va dal 1922 al 1942. Lo stesso quartiere dell'EUR a Roma, un gioiello dell'architettura di Piacentini, si doveva chiamare E42 ed ospitare l'esposizione universale di tale anno. La Germania è stata riarmata e risollevata dalla crisi attraverso le opere pubbliche massicciamente messe in moto da quel folle di Hitler. Che folle era ma intelligente, aveva capito che le opere pubbliche mettono in moto rapidamente tutta l'industria di una nazione. Poi le autostrade tedesche, est-ovest,  furono costruite per spostare rapidamente le Panzer Division ma questo è un altro discorso.
Negli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt con il New Deal, all'interno del quale le opere pubbliche e i lavori di pubblica utilità furono una sua parte saliente, risanò una nazione, dopo la grande crisi del 1929, attraverso varie misure tra le quali lo sviluppo delle opere pubbliche fu il più importante. 
Quindi è vero che questi dilettanti non hanno competenza alcuna e nemmeno visione del futuro non conoscendo la realtà delle cose.

lunedì 21 ottobre 2019

L'Africa Orientale Italiana - Terza Parte

L'ultimo difensore dell'Etiopia durante la seconda guerra mondiale fu il Generale Guglielmo Ciro Nasi. Magnifica figura di comandante è da annoverarsi tra i migliori, se non il migliore ufficiale del Regio Esercito presente in A.O.I.




Decorato con 4 medaglie d'argento al valore militare, nel periodo che andò dal 1936 al 1941 fu governatore delle Regioni Etiopi dello Harar, Scioa e infine dell'Amhara.  
Collaborò e sostenne il Viceré Amedeo d'Aosta nella sua azione di cooperazione con i notabili etiopi, inclusi i dissidenti, e in quella di avvicinamento alle popolazioni etiopi. Con l'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, venne nominato comandante in capo dello scacchiere Est delle Forze Armate dell'Africa orientale Italiana . In questo ruolo organizzò e guidò personalmente una fortunata campagna contro il Somaliland britannico, impiegando gli Ascari.


Quest'ultimi erano le truppe coloniali italiane, formate in grande parte dai cosiddetti Ascari della Bandiera, Battaglioni Eritrei di grandissimo valore a cui dopo il 1936 si unirono alcune formazioni etiopi a maggioranza Amhara. Per la loro granitica fedeltà alla Bandiera Italiana e valore in battaglia erano considerate le migliori truppe coloniali in Africa. Inquadrati nel Regio Esercito, oltre ai molti riconoscimenti ricevuti, annoverano anche una Medaglia d'Oro al Valore Militare, concessa nell’ottobre del 1941 alla memoria del muntaz (caporale) del Regio Corpo Truppe Coloniali, Unatù Endisciau del LXXIX battaglione coloniale, classe 1917.
Il Generale Nasi, comandante e governatore dell'Amhara, resistette nella zona di Gondar, ultima piazzaforte italiana in Etiopia, fino al 30 novembre 1941 quando di fronte a forze soverchianti ed avendo, ormai, esauriti i mezzi di difesa fu costretto a capitolare al nemico.

L'Africa Orientale Italiana - Seconda Parte

L'Etiopia, con l' occupazione di Addis Abeba avvenuta il 5 maggio del 1936, fu annessa all'Italia ed insieme all' Eritrea e alla Somalia formò la cosiddetta Africa Orientale Italiana o, nell'abbreviazione, AOI.
Essa restò italiana fino al 30 novembre 1941, cioè fino alla caduta di Gondar che fu l'ultimo baluardo  italiano in AOI.
Vale la pena di ricordare, sinteticamente, alcuni grandi italiani che legarono il loro nome e il loro destino all'Etiopia. Primo fra tutti è S.A.R. Amedeo di Savoia Duca d'Aosta, esso fu Viceré d'Etiopia dal dicembre 1937 al maggio 1941.

Nel periodo egli diede grande impulso alla modernizzazione dell'Etiopia e ne ricevette anche il riconoscimento, postumo, da parte del Negus, Haile Selassie, al suo rientro in Etiopia.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, il Duca d'Aosta cercò di difendere l'AOI ma l'impresa fu già disperata di per se stessa in quanto isolata dalla madrepatria.


 - Ascari della Bandiera - Eritrei inquadrati nel Regio Esercito -
Quando giudicò indifendibile Addis Abeba, si ritirò con le poche truppe rimastegli sull'Amba Alagi ove capitolò al nemico, con gli onori delle armi, il 19 maggio 1941. Morì in Kenya, in prigionia, il 3 marzo 1942. Per sua espressa volontà, è sepolto nel Sacrario Militare Italiano di Nyeri, in Kenya, ove riposano 676 suoi soldati.


domenica 13 ottobre 2019

L'Africa Orientale Italiana - Prima Parte

In occasione del conferimento del premio Nobel per la pace al Primo Ministro etiope Abiy Ahmed Ali, vogliamo raccontarvi, sinteticamente, qualcosa sull' Etiopia che fu parte, fino al novembre 1941, dell' Africa Orientale Italiana insieme all'Eritrea, la colonia primogenita e alla Somalia.
Anche se l'Etiopia fu l'ultima Colonia, acquisita dall'Italia nel 1936, essa fu modernizzata dall'occupazione italiana con la costruzione di edifici, strade e ferrovie. Furono anche, in quei pochi anni che vanno dal 1936 al 1940, creata la prima infrastruttura industriale, iniziati lavori di bonifica agraria che potessero dare sostentamento e lavoro alla popolazione, costruiti ospedali etc.
Alcuni esempi:  Furono impiegati più di 60.000 operai nazionali e più di 160.000 etiopi per costruire più di 5.000 km di strade asfaltate e circa 1.400 km di piste camionabili. Fu trasformata la capitale Addis Abeba, ed anche piccoli centri come Dessiè, Harar, Gondar, Dire Daua furono trasformati in grandi centri abitati. Furono creati: alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’Etiopia, telegrafo, telefono, stazioni radio, aeroporti, finanche cinematografi e teatri. Furono creati nuovi mercati, numerose scuole per gli etiopi e, per loro, furono creati: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia e  lebbrosari. Quello di Selaclacà fu il più importante: oltre 700 posti letto e un grandioso istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Furono create imprese di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.
Lo stesso Negus Neghesti, Haile Selassie, al suo rientro in Etiopia, riconobbe all'Italia le opere intraprese per una migliore condizione di vita della popolazione etiope e per lo sviluppo della nazione stessa.

giovedì 10 ottobre 2019

La malafede dei politici

A sei miglia dalle coste dell'isola di Lampedusa, nella notte del 7 ottobre, un barcone con una cinquantina di immigrati clandestini è affondato. E' l'ennesimo affondamento di una barca fatiscente che i clandestini usavano per raggiungere l'Italia. Pare che i morti siano quasi 30.
Al di la del fatto che i clandestini sono stati soccorsi dai mezzi navali italiani, immediatamente, da parte dei politici di sinistra sono iniziate le critiche nei confronti delle politiche di accoglienza italiane. Si è tornati a legittimare le Ong che tanti danni hanno causato, non ultimo quello di incentivare l'immigrazione clandestina.
Ora sovviene spontanea una domanda. Se i comunisti del PD e degli altri partiti di sinistra sono al governo, che senso ha criticare le politiche di accoglienza dello stato italiano? 
L'Italia sostiene costi enormi per l'accoglienza, assistenza degli immigrati clandestini. Risorse che vengono distolte dall'assistenza dei propri cittadini.
Ogni qualvolta si verificano naufragi, l' Italia interviene con il suo apparato di soccorsi - Navi, aerei ed elicotteri oltre agli uomini impiegati. Poi magari succede che una piccola "guappa" tedesca, spalleggiata da dei parlamentari che guarda caso ora sono al governo, tenta di speronare una nave della Guardia di Finanza e il magistrato di turno neanche la incrimina. 
Però i politici di sinistra, ricordiamolo sono al governo della nazione insieme ai dilettanti allo sbaraglio dei 5stelle, non sono contenti. L'aver aperto i porti e come conseguenza riattivate le partenze dalla Libia pare che non gli basti. L'avere sulla coscienza tanti morti neanche li tocca. Se i porti rimanevano chiusi non ci sarebbero state così tante partenze e, per la legge dei numeri, così tanti morti. Ora tutti gli africani si sentono autorizzati a partire per raggiungere l' Italia.
I politici della sinistra italiana sono in totale malafede. Altro che accoglienza, essi vogliono inondare il nostro paese di immigrati, clandestini e non, al solo scopo successivo di regolarizzarne la posizione ed avere, nel futuro prossimo, un grande serbatoio di voti a cui attingere.
Essendo ormai al lumicino, alle prossime elezioni politiche rischiano di scomparire, cercano in tutti i modi, anche procurando scientemente un grave nocumento alla nazione, di non perdere le poltrone acquisite e le laute prebende ad esse collegate. Stanno distruggendo l'Italia ma a loro non interessa che mantenere il loro status, miserabile, di comunisti.

sabato 5 ottobre 2019

I crimini dei barbari invasori

Ieri, a Trieste, sono stati uccisi due agenti di Polizia. Chi li ha uccisi risulta essere un extracomunitario di Santo Domingo che, come moltissimi immigrati clandestini, ha scelto l'Italia come luogo ove delinquere. Esprimiamo il nostro cordoglio alle famiglie degli agenti uccisi.
Dobbiamo, però, nello stesso tempo esprimere tutto il nostro disprezzo per chi, rappresentando i vertici di comando di questa nazione, in maniera ipocrita esprime cordoglio ma poi non fa assolutamente nulla per migliorare le condizioni di lavoro dei tutori dell'ordine.
Non vogliamo entrare nei particolari che hanno portato alla morte dei due agenti e al ferimento di un terzo. Vogliamo però evidenziare le storture di uno stato che si definisce democratico, ma  ha un governo non eletto dal popolo. Di uno stato ove se un agente di polizia mette le manette ad un delinquente intemperante rischia, da parte di un magistrato, di essere incriminato. Di uno stato che svilisce l'operato delle forze dell'ordine; tant'è che mentre la Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza effettuano arresti e sgominano reti criminali, questi stessi criminali il giorno dopo sono di nuovo a piede libero. Vengono rimessi in libertà dai magistrati che si attengono e/o interpretano le nostre leggi, vanificando così l'operato delle nostre forze dell'ordine. 
Per questo ritroviamo liberi, pronti a delinquere, migliaia di persone che al contrario dovrebbero stare in galera. Per questo ritroviamo liberi, addirittura, colpevoli di omicidio liberi di reiterare il reato.
Dati ufficiali ultimi dimostrano che 1 crimine su 3 viene commesso da immigrati clandestini e/o extracomunitari in genere. Crimini che, nella stragrande maggioranza dei casi, rimangono impuniti.
Vogliamo raccontarvi brevemente, a mo' di esempio, un episodio di qualche anno addietro: uno spacciatore di droga nero (negro non possiamo scriverlo), forse nigeriano, viene arrestato in flagrante dalla Polizia in Corso Como a Milano. Lo spacciatore opponeva resistenza all'arresto malmenando anche i poliziotti. Giudicato per direttissima veniva rilasciato dal magistrato; la motivazione: essendo un immigrato clandestino e non avendo di che sostenersi lo spaccio della droga era il suo solo  sostentamento.
Felici di trovarsi in un paese così democratico, i barbari invasori continuano a delinquere impuniti.

mercoledì 2 ottobre 2019

Il Crocifisso e il Dilettante

I dilettanti allo sbaraglio, i 5stelle, o se volete chiamarli diversamente, i traditori dell'Italia e del proprio elettorato, nel governicchio nato con i comunisti del PD hanno nominato quale ministro dell'istruzione un dilettante, tale Fioramonti Lorenzo. Orbene, questo personaggio ha osato dichiarare che è contrario all'esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche cosi come all'esposizione della foto del Presidente della Repubblica. Non capiamo come gente strapagata dal popolo, ricordiamo che questo individuo porta a casa, quali prebende parlamentari pagate con le tasse del popolo italiano, circa 20.000,00 euro mese più altre, si possa permettere di dichiarare simili stupidaggini. Prima di parlare dovrebbero contare fino a 10 e non, al contrario, aprire bocca e dargli fiato.
Quest'uomo può anche essere un dilettante allo sbaraglio ma almeno dovrebbe avere un briciolo di cervello, se non altro perché dovrebbe governare e organizzare la scuola italiana, cosa che, a sentire simili dichiarazioni, non sa fare.
E' semplicemente vergognoso che vengano affidati incarichi di questo tipo a persone di poca cultura e assolutamente impreparate a svolgere simili incarichi. Un individuo del genere che disconosce le radici cristiane dell'Italia ed addirittura disconosce la storia, si perché a Gesù Cristo si può credere o non credere ma esso appartiene alla storia, dimostra tutta la sua ignoranza. Povera Italia e poveri italiani in che mani siamo!