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domenica 30 agosto 2020

Barbari e Covid-19

A fronte di poco più di 4mila barbari clandestini sbarcati lo scorso anno, dall’1/01/2019 fino al 30 agosto, oggi se ne contano più di 16.000.
Questi numeri sono riferiti ai soli barbari sbarcati, via mare, in Italia. A questi c'è da aggiungerci quelli che arrivano via terra sulla cosiddetta "rotta balcanica" che sono svariate migliaia.
Abbiamo però un Ministro dell'Interno che dichiara candidamente che non c'è una emergenza sull'invasione barbarica dei clandestini dall'Africa.
Sicuramente ubbidisce agli ordini di squadra, minimizzare sempre e massificare i numeri sugli infetti da Covid-19 per conservare le poltrone di questo governicchio.
Affermava il Divo Giulio che a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina. Qualcuno pensa che l'incentivare l'invasione dei barbari clandestini infetti sia una strategia per mantenere alto il livello della Pandemia e conservare la poltrona.
Sì, perché la metà degli infetti giornalieri da Covid-19, dichiarati nelle statistiche nazionali, sono barbari clandestini.
Il vero problema è che questi clandestini fuggono dai centri di accoglienza e infettano indiscriminatamente tutti quelli con cui vengano in contatto.
Il Governatore della Sicilia ha provato a emettere una ordinanza di blocco e sgombero degli infetti da Covid-19. Per il governicchio di Conte e compari penta-comunisti PDioti sono più importanti i barbari clandestini degli Italiani e nella fattispecie i Siciliani. Hanno, infatti, ricorso al tribunale amministrativo, ricordiamo che la maggioranza dei magistrati, in Italia, è di sinistra se non addirittura comunista, che ha revocato l'ordinanza.
Quella raccontata è la prova evidente che a Conte e a questo governicchio degli Italiani non gliene frega nulla. Per loro riveste importanza soltanto salvare le loro poltrone e le migliaia di euro che sottraggono mensilmente al Popolo.


mercoledì 5 agosto 2020

Movimento 5Stelle - Gianluigi Paragone

Pochi in Italia e, forse, nessuno all' estero si ricorderà di un partito politico nato nel primissimo dopo guerra il cui simbolo rappresentava un uomo schiacciato da un torchio.
Questo movimento, ribattezzato successivamente "qualunquista" fu fondato da Guglielmo Giannini, commediografo, giornalista e pubblicista, (1891-1959). Egli si mise a capo di un movimento d'opinione chiamato Fronte dell'Uomo Qualunque,  il cui motto era "non ci rompete più le scatole": nel 1944 nacque il settimanale dell'Uomo Qualunque che, ebbe una tiratura media di quasi un Milione di copie, nel primo editoriale chiudeva con le parole: “Io sono quello che non crede più a niente e a nessuno. Io sono l’Uomo Qualunque” . Poco dopo nacque anche il partito che alimentò, facendo leva sul malessere sociale dei ceti medi, la sfiducia contro i partiti. Nel 1946, il vasto movimento di opinione pubblica suscitato, soprattutto al Sud, dalla rivista, sfociò nella formazione di un partito politico, il Fronte dell’Uomo Qualunque, che riportò un notevole successo nelle elezioni per l’Assemblea Costituente e un successo ancora maggiore, nel novembre dello stesso anno, nelle elezioni amministrative in numerose città del Centro-Sud. Il Fronte, tuttavia, incapace di darsi un programma definito, si avviò a un rapido declino e dopo le elezioni politiche del 1948 scomparve dalla scena politica.
Da questo breve riassunto si può evincere la stretta correlazione e analogia con il Movimento 5 Stelle. Anch'esso fondato da un uomo di spettacolo, un comico, che iniziò con il motto dei "vaffa...". Anche il Movimento 5stelle fa leva sul malessere sociale e soprattutto al Sud, in luogo del settimanale utilizza un Blog, con questo strumento tenta di diffondere, difendere e propagandare le proprie idee.
L' unica dissonanza tra il M5S e L'Uomo Qualunque è che il primo è riuscito ad arrivare al governo, ove tradendo il suo programma elettorale, si è poi alleato con i comunisti del PD (Partito Democratico erede del Partito Comunista Italiano).
Pur essendo dei dilettanti allo sbaraglio, presumendo di essere degli uomini politici preparati, si sono  attribuiti dei Ministeri da dove stanno causando i peggiori danni da quando è nata la Repubblica.
Alla luce di ciò e del tradimento perpetrato ai danni dei loro elettori, il suo crollo, così come fu per UQ, è vicino.
I suoi elettori, delusi dalle promesse irrealizzate e dal programma elettorale tradito che gli consentì di giungere dove sono, lo stanno abbandonando totalmente, cercando in altre forze politiche, più affidabili e serie la possibilità di essere rappresentati.
Su questo scenario si è affacciato un giornalista, Gianluigi Paragone, un ex del M5S cacciato dal movimento, che, rimanendo fedele agli ideali che diedero vita a questa formazione politica, sta cercando  di coagulare, in una nuova formazione politica, gli elettori delusi e traditi dal M5S.