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lunedì 10 febbraio 2020

10 febbraio Giorno del Ricordo

Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo.E' una festività nazionale istituita nel 2004, dopo circa 60 anni di negazionismo dei Comunisti italiani e Sloveno-Croati. E' stata istituita per Onorare il ricordo dell'esodo e del genocidio degli italiani delle provincie della Venezia Giulia, Istria, Fiume, Quarnaro e Dalmazia. Perpretato, a partire dal 1943 in poi, dai  Comunisti titini cooadiuvati dai vigliacchi traditori italiani del Partito Comunista Italiano. Tutti sapevano ma per 60 anni i comunisti italiani riuscirono a tenere nascosto o comunque non pubblico sia il Genocidio che l'esodo di più di 350.000 Italiani da quelle zone. Dopo la fine degli anni 80, sia il P.C.I. prima e il PD dopo ammisero le efferate stragi operate dai comunisti jugoslavi ma mancarono di fare ammenda del loro silenzio e della loro complicità.
Non si trattò di rappresaglia ma di una vera e propria pulizia etnica posta in atto dal criminale Tito e dai suoi uomini. Fu un genocidio perpetrato su persone innocenti, uomini, donne e bambini che avevano una unica colpa: la loro italianità. Non si saprà mai quanti sono stati i morti delle Foibe. Addirittura negli ultimi mesi ne sono state ritrovate di nuove, nell'isola di Zuri (Zirje) e una altra vicino fiume. Le cifre più probabili indicano in più di 30.000 le vittime di questo genocidio commesso dal criminale Jugoslavo Tito e dai suoi uomini. Questi si macchiarono di crimini inenarrabili. Per tutti riproponiamo su questa pagina la sintetica storia di Norma Cossetto, ripresa da un articolo della Fondazione Perlasca.

Norma Cossetto, nata a S. Domenica di Visinada, nei pressi di Pola, nel 1943 era studentessa di Lettere all’Università di Padova e stava preparando la tesi di laurea sulla storia dell‘Istria con il Prof. Concetto Marchesi.
Il 26 settembre 1943, mentre girava in bicicletta per consultare archivi, in cerca di materiali per la sua ricerca, fu condotta via in motocicletta da un conoscente che le chiese se poteva andare con lui perché al comando la volevano per informazioni.
Dapprima la arrestarono nella ex caserma dei carabinieri di Visionano, la invitarono a collaborare ma invano, allora decisero di liberarla perché tra quei guardiani improvvisati c’era qualcuno che conosceva. Ma dopo qualche giorno venne arrestata nuovamente.
Rinchiusa nelle carceri di Parenzo, fu legata ad un tavolo e violentata ripetutamente da sedici aguzzini. Una donna che abitava lì vicino la sentiva implorare pietà, chiedere acqua, invocare la mamma.
Condannata a morte dal locale “tribunale del popolo”, fu condotta con altri ventisei su un camion fino all’orlo della foiba di Surani, dove fu nuovamente violentata, le furono recisi i seni, spezzate braccia e gambe e fu sottoposta ad ulteriori orrori prima di essere infoibata.
Quando i Vigili del Fuoco di Pola la riesumarono pochi giorni dopo (la zona era stata nel frattempo occupata dai Tedeschi) il maresciallo Harzarich, che comandava il gruppo ed era un valido speleologo, scrisse: “Sceso nella voragine, fui scosso, alla luce violenta della mia lampada, da una visione irreale: stesa per terra con la testa appoggiata su un masso, con le braccia lungo i fianchi, quasi in riposo, nuda, giaceva una giovane donna. Era Norma Cossetto…”.
Alcuni aguzzini furono arrestati e costretti a fare la veglia funebre al corpo di Norma e tre impazzirono. All’alba furono fucilati dai Tedeschi.
Anni dopo, su indicazione del Prof. Marchesi, a Norma Cossetto fu conferita la laurea Honoris Causa dall’Università di Padova.
Il Prof. Marchesi dichiarò: “Era caduta per l’italianità dell’Istria e meritava più di qualunque altro quel riconoscimento”

 Anno Domini 2076

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