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giovedì 15 aprile 2021

Fondi di Recupero UE

Dall'inizio della pandemia, febbraio 2020, i vari scostamenti di bilancio varati dal Governo Conte (PD - 5s) ammontano a 165 miliardi di Euro, fonte sole 24Ore.
Il Governo Draghi ha già varato un primo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro e ne sta uscendo un'altro da circa 40 miliardi di euro portando così il totale degli scostamenti di bilancio, effettuati in deficit, a 237 miliardi di euro.
Una cifra da capogiro se pensate che i Fondi di Recupero (Recovery Plan) che dovrebbero arrivare dall'UE ammonterebbero, il condizionale è d'obbligo, a circa 209 miliardi di euro.
Orbene se a seguito degli obiettivi raggiunti, precisati nel piano da presentare all'UE, si dovessero incassare tutti i circa 209 miliardi, ricordiamo che gli importi annui, da erogarsi in 6 anni, a fondo perduto ammonterebbero a circa 82 miliardi mentre gli importi a debito a circa 127 miliardi di euro. 
Se così fosse il debito totale dell'Italia, tra stanziamenti già spesi 237 miliardi e quelli da erogare,  ammonterebbe alla mostruosa cifra di 364 miliardi di euro.
Questo significa che se non si riapriranno tutte le attività economiche entro il prossimo maggio il Paese rischierà di non riprendersi più.
Nel 2020 il Pil dell'Italia ha perso il -8,9% con un calo, rispetto al 2019, di 160,8 miliardi di euro e il rapporto Debito-Pil è passato al 155,6%.
Come si può chiaramente evincere se il Paese non riapre all'economia, se non fa ripartire il turismo che valeva il 13% del Pil ante pandemia, se non si attuano politiche fiscali coraggiose che possano dare impulso alle attività, agli investimenti e risvegliare i consumi interni, si avviterà su se stesso generando miseria.
Infatti, le previsioni, più ottimistiche, di crescita del Pil per l'anno 2021 variano tra il 4 e il 4,5% attestandosi anche nel 2022 sugli stessi parametri; quindi se le previsioni corrispondessero alla realtà dei risultati nei prossimi 2 anni si recupererebbe a malapena la perdita del Pil 2020 e ciò significherebbe un ulteriore incremento della percentuale Debito-Pil.
Probabilmente il Presidente del Consiglio Draghi ha ben chiaro lo scenario descritto, è un finanziario e ha gestito sempre banche ma è contornato da una pletora di politici che dall'alto dei loro privilegi e sontuose prebende percepite nemmeno si rendono conto di dove "sta andando" il Paese non avendo la benché minima visione del futuro.
L'Italia ha un ministro della salute, tale Roberto Speranza, un comunista ex PD e ora parte di un partitino al 2% di consenso, che invece di pensare alla salute degli italiani si preoccupa del e sul come la pandemia possa rinverdire la superiorità culturale, comunista, della sinistra italiana.
Pensate che nell'estate 2020 invece di lavorare ad un piano vaccinale e al reperimento dei vaccini si è dedicato alla scrittura. Ha scritto un libro sul CoronaVirus, mai uscito, l'ha ritirato il giorno in cui doveva essere presentato, ad ottobre scorso, in piena seconda ondata della pandemia. 
Forse il motivo della mancata commercializzazione è dovuto al suo contenuto. 
Infatti, lo Speranza, cercando di assumersi i meriti della sua sciagurata gestione della pandemia, teorizzava nel libro la possibilità, grazie al CoronaVirus, di riaffermare la superiorità culturale della sinistra; testualmente scriveva: «Credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove» ed ancora «Sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra»
Capite? 
Mentre gli italiani erano e sono rinchiusi, le categorie economiche sono letteralmente alla fame a causa di una gestione scellerata della pandemia e di una chiusura folle, il ministro della salute, il comunista Speranza pensava e pensa all'egemonia culturale della sx.
Aveva ragione Giovannino Guareschi, forse questa gente è davvero, con la terza narice, in contatto con la salma di Lenin. Non si spiega altrimenti; perché se così non fosse dovremmo pensare che siano dei traditori della Patria, totalmente privi d'italianità.

 

 


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