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venerdì 22 novembre 2019

La nuova casta

C'era una volta l'Italia della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista Italiano e di una miriade di partiti e partitini che con l'1 virgola condizionavano la vita politica del paese. Ricordiamo il Partito Liberale Italiano che con l'1,2% faceva cadere i governi.
Però tutti i partiti dell'arco costituzionale, si erano dati questo appellativo per discriminare il Movimento Sociale Italiano partito di destra, lavoravano insieme quando si trattava di darsi regolamenti che miglioravano i loro livelli economici, di vita all'interno delle istituzioni e i privilegi a cui potevano accedere. In una parola, erano diventati una casta e come tali intoccabili.
Poi con il passare degli anni, causa anche le crisi economiche, dietro la pressione dell'opinione pubblica qualcosa cominciò a cambiare. Alcuni privilegi caddero ed altri furono rimodulati. L'intoccabilità fu intaccata ed ora se il Parlamento autorizza il parlamentare può anche andare in galera. Cosa molto difficile ma sulla carta esiste la norma.
Quindi con il passare degli anni la casta vide diminuire la sua importanza e decurtare i suoi privilegi. Fino a che, nel 1994, discese in campo un Imprenditore, Silvio Berlusconi, che, poggiandosi sull'organizzazione partitica del MSI, in due mesi fondò Forza Italia e vinse le elezioni. Dopodiché determinò il bipolarismo, centro destra e centro sinistra e sparirono la miriade di partiti e partitini che per 50 anni avevano condizionato la vita politica italiana. 
Però la casta rimase e rimasero i comunisti che cambiarono nome varie volte fino all'attuale denominazione di Partito Democratico ma rimasero sempre comunisti. Come i serpenti, cambiano pelle ma rimangono serpenti.
Per quasi 20 anni al governo del paese si alternarono il centro destra di Berlusconi e il centro sinistra dei Comunisti. Nel frattempo il comunismo era scomparso in tutta Europa ma non in Italia, dove camuffandosi da democratici di sinistra si riciclarono. In questo periodo la casta riprese fiato, si rinsaldarono gli interessi di tutti verso i loro privilegi e, addirittura, cercarono di crearne di nuovi.
Poi arrivò un comico che, proprio perché lo era, fondò un movimento che si richiamava al populismo più sfrenato, per capirsi meglio, alla Masaniello.
Una delle bandiere di questo movimento era la fine dei privilegi e, quindi, della casta.
Anche se i suoi componenti erano dei dilettanti allo sbaraglio senza competenza alcuna, gli elettori, in particolare del centro-sud Italia li votarono e dopo alcuni anni, a marzo dello scorso anno, vinsero le elezioni con il 34% dei voti. Oggi prenderebbero forse il 10% di voti, ma questa è una altra storia.
Voi direte, allora la casta è scomparsa. Neanche per sogno. I dilettanti allo sbaraglio, come chiameremo i componenti del Movimento 5 Stelle, presero gusto ai privilegi parlamentari e, per quanto ridotti, vi si adattarono subito.  
A parte qualche azione di facciata sui vitalizi dei parlamentari e su altre piccole cose, si sono adagiati anche loro all'andazzo e piano piano stanno cercando di ricreare il vecchio modello della casta.
Pensate che il loro ex Ministro della Difesa, nel precedente governo, usufruiva di un appartamento ammobiliato di 180 metri quadri, ubicato nel cuore di Roma, di proprietà del Ministero e per il quale pagava un canone mensile di, soli, € 341,00. In quella zona un appartamento simile può costare un affitto di anche € 3.000,00 mese. Scoppiato lo scandalo alcuni giorni fa, aveva mantenuto l'appartamento che ora è stata costretta a lasciare, si è persino scoperto che il suo cagnolino, di nome Pippo, quando era Ministro, veniva scarrozzato per Roma con la sua auto di servizio. Il colmo della nuova casta.
Naturalmente i comunisti, soci di governo dei dilettanti allo sbaraglio, si sono ben guardati dal prendere posizione.

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