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sabato 4 maggio 2019

Il sindacato e i pensionati

Vogliamo parlarvi dei sindacati italiani, per essere più precisi dei tre sindacati, CGIL-CISL e UIL che hanno il monopolio della rappresentatività dei lavoratori e dei pensionati di questo paese.
Vogliamo, anche, parlarvi di cosa vive il sindacato, di come è composto il suo "fatturato". Perché, come ogni attività, il sindacato consegue un fatturato attraverso le sue molteplici branche operative.
Infine il sindacato, essendo nato come costola del Partito Comunista, del Partito Socialista e degli altri partiti minori comunisti e socialisti, è ideologicamente di sinistra.  Ed anche di questo vogliamo parlarvi.
Iniziamo nel dire che queste tre sigle sindacali che fino a poco tempo fa venivano chiamate la triplice, per brevità noi le chiameremo "il sindacato", vivono e prosperano principalmente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati, a mezzo delle deleghe sindacali incassate, ma anche dei comuni cittadini per mezzo dei proventi incassati dai Caf e dai Patronati.
Nei Caf (centri per l'assistenza fiscale) passa più del 90% della compilazione delle dichiarazioni reddituali degli italiani, delle dichiarazioni Isee e Iseu e trasmissione dei dati telematici verso l'Inps e l' Agenzia delle Entrate, oltre a tutte le altre dichiarazioni previste dalla normativa vigente.
Lo Stato compensa il lavoro svolto dai Caf,  i quali possono arrivare a percepire fino a € 18,30 per ogni dichiarazione per un giro di affari  annuo che, nell'ultimo biennio, si è assestato sui 220.000.000 di Euro. I Caf, naturalmente, non si accontentano di ricevere queste prebende dallo stato e chiedono il pagamento delle dichiarazioni lavorate anche al cittadino che ne usufruisce. Le tariffe attuali vanno da un minimo di € 30,00 per gli iscritti, fino ad un massimo di € 90,00 per i non iscritti.
Questo giro di affari è pressoché sconosciuto perché spesso gli incassi non sono documentati.
Poi ci sono i patronati, attraverso i quali i sindacati gestiscono la maggior parte delle domande di pensione inoltrate dai cittadini aventi diritto. Compilano la modulistica di richiesta che i richiedenti firmano anche per delega al patronato. Però quest'ultimi firmano, molti senza neanche saperlo, anche l'autorizzazione alla riscossione, sulle rate di pensione da parte dell'Inps, del contributo in favore del sindacato.
Quindi i pensionati rappresentano circa la maggioranza del fatturato. Prendiamo per esempio la CGIL, il sindacato maggiore come numero di tesserati, i pensionati rappresentano più del 45% degli iscritti e quindi dei contributori del sindacato.
Alla luce di queste cifre, ci si dovrebbe aspettare da parte dei sindacati una grossa difesa  dei diritti dei pensionati. Disgraziatamente per questa categoria, non è così. Una volta conseguita la delega ad incassare il contributo sindacale, i pensionati diventano soltanto il bancomat ove attingere mensilmente gran parte del fatturato. Quando, come ad inizio di questo anno, vengono annullati e/o ridotti gli indici di rivalutazione delle pensioni avete mai sentito reazioni da parte del sindacato? Nulla, se non una blanda protesta. Mai che vengano convocate manifestazioni di piazza tali da impensierire i governanti di turno. Direte voi, a che pro incassano i contributi sindacali? Ed i pensionati perché gli permettono di incassare i loro soldi se neanche difendono i loro diritti? Queste sono ovviamente le domande che ci poniamo anche noi.
Siamo arrivati a pensare che i pensionati, essendo tali, non hanno forza contrattuale e, forse, neanche la voglia di reagire. Mentre il sindacato, una volta conseguito il fatturato delle loro deleghe, se ne strafrega altamente di loro così come succede per le altre categorie.
Questo è il motivo per cui la sola CGIL nell'ultimo periodo ha perso circa 450.000 tesserati. Le persone hanno capito che l'unico interesse che perseguono è quello di vivere comodamente con i soldi dei lavoratori e dei pensionati. Non hanno più alcuna convenienza ad impegnarsi nella difesa dei loro diritti,  salvo farsi vedere ai concertoni e manifestazioni del 1 maggio. D'altra parte appartengono alla schieramento politico di sinistra e, come tutta la sinistra italiana, sono interessati soltanto a salvaguardare le loro poltrone e i loro interessi. 






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