Ieri sera è andata in onda, sulle reti televisive
italiane, l'ennesima comparsata dell'improbabile premier Giuseppe Conte che ha
illustrato il decreto del mese di maggio per € 55miliardi.
Quest'uomo, quando sarà cacciato via questo
governicchio, avrà un futuro radioso come tele-imbonitore. Infatti, più che una
illustrazione delle misure del decreto è sembrata una televendita.
L'uomo cerca disperatamente di vendere, agli
italiani, come ottime, delle scelte di reazione alla pandemia e alla sua
conseguente crisi economico-produttiva che, nella realtà, non sono per nulla
efficaci e attinenti alla realtà nazionale.
Per quel poco che siamo
riusciti a leggere del decreto, quasi 500 pagine con rimandi a leggi e
regolamenti che, non aiutano chi deve aiutare e, di nuovo, con lacci e laccioli,
non semplificano nulla. Gente che non sa cosa è il lavoro non può legiferare.
Questa è la triste verità.
Si riempiono la bocca di formule, di soluzioni che non hanno alcuna rispondenza
con la realtà delle cose.
Della serie: la cura è
peggiore della malattia. Prendete i ristoratori; pretendono che tra un tavolo e
l'altro ci siano 4,5 metri, conseguentemente un ristorante che aveva circa 40
coperti dovrebbe riaprire con un massimo di circa 8/9 coperti.
Per non parlare delle
regole, assurde, che dovrebbero disciplinare le riaperture dei bar o quelle
folli che riguardano gli stabilimenti balneari etc.
Anche un bambino capirebbe
che è un suicidio economico ma non Conte né i membri di questa specie di
governo a trazione comunista PDiota e 5s.
Basti vedere com’è
trattato il settore del turismo per capire che grado di approssimazione possiedono
i membri di questo governo. Ricordiamo che il turismo rappresenta il 13% del
PIL dell'Italia.
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