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sabato 11 gennaio 2020

Bettino Craxi

Non vogliamo avere la presunzione di scrivere su un uomo talmente complesso come Benedetto Craxi, detto Bettino. 
Vogliamo solo scrivere una breve riflessione sul politico che portò l'Italia ad essere controparte rispettata all'estero e quinta potenza industriale al mondo e rese gli italiani orgogliosi di esserlo.
Noi abbiamo vissuto quel periodo incredibilmente foriero di successi per l'Italia, abbiamo visto con i nostri occhi il rispetto goduto dalla nostra Nazione nel mondo. Eravamo fieri di essere italiani anche se non eravamo socialisti.
Di questo vogliamo scrivere, del sentimento nazionale che Craxi riuscì a profondere nell'animo degli italiani. Di un sentimento che nulla aveva a che fare con il credo politico di partito.
Uno dei meriti più grandi che gli si debbono riconoscere è quello di aver fermato il Partito Comunista Italiano e quindi il comunismo in Italia. Per questo fu odiato e per questo i comunisti italiani infierirono sui socialisti ed in particolare non sul politico ma  sull'uomo Craxi. 
Come sempre, ed anche in quel periodo specifico per l'Italia, i comunisti goderono della protezione dei magistrati schierati. Tant'è che indagati anch'essi, emersero grossissime responsabilità a loro carico, immediatamente si attivò una sorte di fronte rosso che coprì le loro malefatte e salvò il gruppo dirigente del P.C.I. A nulla valse provare, infine, che il P.C.I intascò un miliardo di lire dal Gruppo Ferruzzi. Soldi che consegnò personalmente Gardini accompagnato da Cusani nella Sede di Botteghe Oscure. Dopo il "suicidio" di Gardini, Cusani fu condannato per corruzione ma il corrotto chi era?
Tornando a Craxi, egli fu indagato già a fine 1992 dai magistrati del cosiddetto pool mani pulite per corruzione e illecito finanziamento di partito. A fine aprile 1993 Craxi aveva già ricevuto una ventina di avvisi di garanzia tant'è che il 29 aprile 1993, in un famoso discorso in parlamento, dichiarò che tutti i partiti si servivano delle tangenti per autofinanziarsi. Quindi si dichiarò colpevole ne più e ne meno che tutti gli altri gruppi politici presenti in parlamento.
Egli si dichiarò colpevole, anche davanti ai giudici, solo di finanziamento illecito al PSI, ma negò sempre ogni accusa di corruzione per arricchimento personale.
Il 15 aprile 1994, non essendo stato ricandidato, cessò il mandato parlamentare di Craxi  e il 12 maggio 1994 gli venne ritirato il passaporto ma come si venne a sapere qualche giorno dopo, egli era già giunto ad Hammamet, ove aveva una casa ed era sotto la protezione del Presidente Tunisino Ben Ali.
Craxi visse in esilio fino alla sua morte avvenuta il 19 gennaio 2000.

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