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giovedì 9 gennaio 2020

La Libia - Gli Italiani - I Turchi - Terza Parte

Tra la fine del 2019 e l'inizio di questo anno 2020, causa anche l'inesistente politica estera dell'Italia che, cambiando governo, ha affidato il dicastero degli esteri ad una persona senza nessuna preparazione diplomatica, si sono affacciati sulla scena Libica 2 attori inaspettati: La Russia e la Turchia.
Vero che la Russia già appoggiava il Generale Haftar ma non così massicciamente come negli ultimi mesi.
La vera sorpresa è stata la Turchia il cui Presidente Erdogan, da sempre con velleità di ripristino dell'antica potenza ottomana, ha offerto armi ed assistenza militare, invio di soldati, al Governo riconosciuto di al-Sarraj. Ed inaspettatamente i due attori - Russia e Turchia - stanno riuscendo nella mediazione per giungere ad un cessate il fuoco.
Se dovessero giungere a porre le basi per un vero negoziato che ponga fine alle lotte intestine delle tribù e riunisca il territorio libico, potete ben immaginare le conseguenze dirette che patirebbe in primis l'Italia e poi l'Europa. 
Non dobbiamo dimenticare che, secondo stime del 2014, la Libia ha riserve petrolifere per 48 miliardi di barili (un barile corrisponde a 159 litri o 140 kg. nel caso del greggio). Come potenziale produttore è al nono posto della classifica mondiale. Inoltre la Libia ha enormi territori inesplorati geologicamente e quindi possibile che abbia ancora notevoli quantità di petrolio nascoste.
A fronte dell'estrazione dei 3 milioni di barili al giorno degli anni sessanta, si calcola che attualmente la Libia estragga ed esporti circa 500mila barili/giorno. 
Capirete bene qual'è la posta in gioco sia per i libici stessi che per i Turchi. Menzioniamo i Turchi perché i Russi sono interessati a tutt'altro.
Per concludere, l'Italia si ritroverebbe privata della sua funzione guida nei confronti del Governo libico e privata del, quasi, monopolio di esportazione del suo petrolio. Inoltre la Libia, guidata dai Turchi, diventerebbe una arma contro l'Italia e l'Europa potendo gestire a suo piacere le partenze dei clandestini in rotta verso le nostre coste. Nel contempo la Turchia diventerebbe l'attore primario in Nord Africa, con possibilità di espandersi nelle altre nazioni della zona, grazie anche alla comune religione mussulmana.
L'Italia e l'Europa dovrebbero quindi fare i conti con la Turchia che, dopo ben 110 anni, si riaffaccerebbe sul mediterraneo centrale.

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