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giovedì 31 ottobre 2019

L'Africa Orientale Italiana - Ultima Parte

Concludiamo questi sintetici racconti sull'A.O.I, parlandovi di un uomo e di un soldato straordinario: Angelo Sante Bastiani. Fulgido esempio di Militare, fu promosso 2 volte al grado superiore per meriti di guerra e decorato con 1 Medaglia d'Oro al Valore Militare - 7 Medaglie d'Argento al Valore Militare - 1 Medaglia di Bronzo al Valore Militare - 1 Croce al Valore Militare e 4 Croci al Merito di Guerra. Dopo Ettore Muti, il militare italiano più decorato di sempre, fu il più decorato della storia militare italiana ed in particolare del periodo che va dal 1935 al 1941.


Arruolatosi, all'età di 20 anni, nel Regio Esercito Italiano nel 1933 come soldato semplice, dopo un periodo di servizio trascorso in Libia, nel 1935 fu trasferito in Eritrea con il grado di Caporalmaggiore e partecipò alla guerra di Etiopia guadagnando la sua prima Medaglia al valore Militare. Nel 1937, a Dessiè, con il grado di Sergente gli fu affidato il comando di una Banda irregolare, composta da eritrei ed amhara, che chiamò Banda Bastiani e con la quale operò fino al 28 settembre del 1941. Fu l'unico sottufficiale italiano comandante di Banda irregolare in Etiopia, le Bande irregolari potevano essere comandate soltanto da ufficiali. A tal proposito ricordiamo ai nostri lettori che anche Indro Montanelli, il grande giornalista e scrittore, fu, in Etiopia, comandante di Banda irregolare con il grado di Tenente. Bastiani, nel periodo che andò dal 1937 e fino all'inizio del 1941, operò con la sua Banda in azioni di contro guerriglia nelle zone dell'altopiano etiopico (il Mens, l'Ambassel, Mishe Mariam, il Beghemeder, il Lasta) e nel Semien, ove operavano sbandati ed ex truppe del deposto regime etiopico. Si distinse in varie, importanti, azioni militari che gli meritarono altre onorificenze. Nell'aprile del 1940, in uno scontro con i ribelli, rimase ferito ad una gamba e durante l'azione si fece portare in prima linea su una barella. La ferita alla gamba gli valse da parte dei suoi irregolari e dei ribelli l'appellativo di Diavolo Zoppo. Negli anni trascorsi a contrastare i ribelli etiopi, si guadagnò il rispetto e l'ammirazione delle popolazioni locali che, addirittura, lo chiamavano affinché neutralizzasse i ribelli che li taglieggiavano. Nell'aprile del 1941 fu richiesto presso il forte di Zerimà, nella zona di Gondar. All'assedio del forte, da parte di truppe del Negus, egli reagì spezzando l'assedio e consentendo alle truppe di ritirarsi su nuova posizione. Per questa azione fu promosso Sottotenente, sul campo, per meriti di guerra. Ritiratosi sul presidio di Uolchefit comandato dal Tenente Colonnello Gonella, resistette fino alla fine del settembre 1941 e si arrese solo perché la Guarnigione era ridotta alla fame, senza più ne viveri ne mezzi di offesa. Il nemico rese a lui, al Colonnello Gonella e ai suoi uomini l'onore delle armi.
Dopo la prigionia trascorsa nel nord dell'India, rientrò in Italia e proseguì la carriera militare nell'esercito congedandosi con il grado di Generale di Corpo d'Armata. 
Amatissimo dai suoi uomini, quando fu promosso Capitano, dopo la guerra, ricevette questa bellissima lettera dal suo sergente lo Sciumbasci Belai Scibesci:
Notizia tu stare vivo e promosso grande gioia per tutti noi, tuoi àscari  banda del Mens, dell'Ancober, dell'Ambassel, del Beghemeder, del Semien, dell'Uolchefit, che tu hai portato vittoriosamente al combattimento e hai visti morire gloriosamente per l'Italia. Tutti con te abbiamo troppo combattuto e sempre vinto, morti e vivi. Ma oggi nostri fratelli morti tornati in piedi e con noi fare grande fantasia in tuo onore, Ambesà Bastiani, e speriamo tornare tra noi in questi nostri paesi, se inglisi lo vorranno. Ora noi pregare tanto per Mariam, Cristos e Ghiorghis perché ti facciano ritornare con noi, perché noi figli rimasti senza padre. Speriamo così abbia a essere. Così sia.

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